L’ Alex di qualcun altro

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L’ Alex di qualcun altro

28 Giugno 2008

I ragazzi di Moveon.org hanno concepito una nuova strategia per l’Iraq che sarebbe, nelle loro stesse parole, la più efficace di tutte. È  anche vero, però, che questo potrebbe non significare molto detto dal gruppo che lo scorso anno ci aveva  già rifilato lo slogan “General Petraeus or General Betray us?”.

Nonostante tutto l’organizzazione Moveon.org strombazza sul suo sito: “questo non è il classico spot politico – perché dice la verità sulla politica di McCain per l’Iraq in modo convincente e personale”. Ancora: “Abbiamo appena ottenuto i risultati del sondaggio i quali dimostrano che i votanti l’hanno trovato più persuasivo di tutti quelli che abbiamo testato in precedenza”.

Io non mi sento molto  persuaso, anzi. Una volta diffamato un ufficiale dell’esercito di provato valore, Moveon si è spinto a disprezzare tutti coloro i quali vestono un uniforme per servire la patria.

Il loro nuovo e rinnovato messaggio si presenta sotto forma di uno spot di trenta secondi, “Not Alex”, prodotto in collaborazione con l’American Federation of State,  con la Contea e con il Municipio. Sarà in onda nelle emittenti locali degli incerti Stati dell’Ohio, il Michigan e il Wisconsin, oltre a due canali nazionali via cavo, con un valore di circa mezzo milione di dollari.

Lo spot è semplice, c’è una madre che parla mentre tiene in braccio il suo bambino:

“Salve John McCain. Questo è Alex. Il mio primogenito. Fino ad ora il suo talento consiste nel provare tutti i tipi di cibo e il rincorrere il nostro cane. Oltre a questo mi fa battere forte il cuore ogni volta che lo guardo. Quindi, John McCain, quando dice che lei starebbe in Iraq per altri cento anni, sta contando sul mio Alex? Perché se così fosse, sappia che non può averlo”.

Prendetevi questo guerrafondai!

Sarebbe pedante osservare che John McCain non conta certo su Alex per la guerra in Iraq perché il piccolino avrebbe soltanto nove anni alla fine di due ipotetici mandati di McCain.

Poi sarebbe magari da schizzinosi far notare che quando a McCain è stato chiesto se le truppe americane potrebbero dover rimanere in Iraq per altri cinquant’anni, ha risposto, “Forse anche cento” – spiegando che:  “finché gli americani non vengono feriti o uccisi, per me va bene così, e spero che vada bene anche per voi se manteniamo la nostra presenza militare in posti del mondo ritenuti a rischio”.

In altre parole, McCain è pronto per estendere la presenza americana in Iraq, intesa in modo simile a quella che abbiamo già sperimentato in Germania, Giappone o Kuwait. Non è che McCain speri o abbia voluto predire una guerra lunga cento anni in Iraq.

Sottolineare, invece, che l’esercito degli Stati Uniti è composto unicamente da volontari è fondamentale, non pedante. Alex non sarà reclutato e sua madre non potrà arruolarlo per fatti suoi. Alex potrà invece decidere , una volta adulto, se servire o no la sua patria. Ah, è chiaro che McCain non ha intenzione di ritornare alla coscrizione obbligatoria.

Il tutto è chiaramente roba comune nel panorama degli spot pubblicitari politici. Perfino io sono per la tolleranza quando si tratta di discorsi da campagna elettorale; la politica dovrebbe essere dura e pronta a tutto. Quindi perché, quando ho visto per la prima volta lo spot di Moveon.org, mi sono sentito spiazzato e l’ho trovato così spaventoso?

Stavo avendo dei problemi nel trovare un perché a questa risposta quando mi sono imbattuto in un commento di una madre di uno di quei soldati impiegati in Iraq, sul sito Bluestarchroincles.com.

Ecco cosa ha da dire una madre di un vero soldato riguardo ai commenti della madre dell’eventuale non soldato dello spot: “Significa per caso che lei vorrebbe che i figli di qualcun altro si occupassero di tenere a bada i lupi in modo che suo figlio possa dedicarsi a una vita di completo narcisismo? Come crede che va avanti il mondo?… Qualcuno deve pur ergersi tra la nostra società e il pericolo, no? Se non si tratta di mio figlio, allora di chi? Se no si tratterà del piccolo Alex, allora qualcun altro dovrà occuparsi del problema. Il figlio di qualcun altro, da qualche altra parte.”

Questa è la serena verità. A meno che non ci ritroveremo in un mondo senza guerra e senza nemici, ci serviranno giovani donne e uomini che vogliano rischiare la vita per la nostra nazione. Credo che un mondo del genere sia di la da venire.

Comunque viviamo un paese libero con un esercito di volontari. Negli Stati Uniti gli individui possono scegliere di servire la patria oppure no. La scelta di non fare il militare non dovrebbe comportare un qualche tipo di contaminazione, e non dovrebbe nemmeno essere vista con pregiudizio. Se Alex sceglierà di perseguire altre vie, non sarà criticato ne da John McCain ne da nessun altro.

Solo che il messaggio contenuto nello spot di Moveon.org non stava tutto lì.

Lo spot del Moveon.org è impenitente nel suo egoismo, e riesce a malapena a distinguere il suo disprezzo per chi ha scelto di servire la patria – e il suo disprezzo per quei genitori che magari si sentiranno orgogliosi dei loro figli militari. Lo spot abbraccia smaccatamente la visione di un’America infantilizzata, suggerendo che il servizio militare e il sacrificio sono inutili reliquie del passato.

E la responsabilità  è esclusiva di qualcun altro.

© New York Times

Traduzione Andrea Holzer