La Lega è sempre più una forza tradizionalmente riformatrice e conservatrice mentre i grillini si apprestano a diventare quello che sono Syriza, Podemos e Jean-Luc Melanchon.
All’”insensata campagna” republicona sull’”orda nera” non basta sostenere scempiaggini sugli idioti che compiono atti di razzismo o liquidare come fascisti movimenti magari da contrastare ma che non perseguono con la violenza obiettivi di sovversione della democrazia, vorrebbe anche ridisegnare la storia come più le aggrada.
Invece di dire stupidaggini sul ritorno del nazismo, non sarebbe opportuno punire gli imbecilli che usano le foto di Anna Frank per scherno dei tifosi avversari, i giovinastri che turbano un’associazione di volontariato, i teppisti mascherati che assediano la Repubblica?
Il presidente austriaco, sempre Van der Bellen, ha appena dato via libera alla formazione del nuovo governo. Una coalizione tra il Partito popolare (Övp) e, udite udite, il Partito liberale (FpÖ), quello degli euroscettici e nazionalisti Strache e Hofer.
Occorre guardare con occhio diffidente l’enfasi sull’onda nera e il compulsivo rincorrersi di proposte di censura, regolamenti e leggi dal sapore liberticida.
Nell’ultimo triennio i sistemi politici europei hanno perso l’impronta unitaria e per molti tratti omogenea che li aveva a lungo caratterizzati e si frantumano in varianti regionali piuttosto difformi fra loro.
Lo sgombero della sede di FdI a Colle Oppio denota l'assoluta mancanza di attenzione della giunta Raggi al rapporto tra i partiti e il territorio. Quei sigilli imposti proprio alla vigilia della campagna elettorale hanno tutta l’aria di essere uno sgambetto a chi la politica la fa nelle piazze vere, e non in quelle virtuali frequentate dai grillini.
La Merkel avrà difficoltà a perseguire la sua politica di attenzione solo al “centro” e tutto ciò peserà in modo decisivo sui destini dell’Europa, perché se si spostano a destra Vienna, Praga o Amsterdam è un conto, se succede a Berlino, tutto viene messo in movimento.
Non certo la dialettica destra-sinistra, ma il consociativismo (i governi di unità nazionale sono una extrema ratio- vedi innanzi tutto le guerre- e devono durare pochissimo) e un elitismo insofferente verso la sovranità popolare, sono i veri elementi che disgregano il sistema liberaldemocratico, costituendo di fatto quell’antisistema che Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera vede rappresentato invece da chi si oppone a simili esiti.
Se stiamo alle notizie che arrivano dalla Germania sul voto tedesco, Angela Merkel si avvia verso il quarto mandato di cancelliere ma stavolta ha poco da festeggiare e il suo lungo regno ormai traballa.
Se Christoper Cantwell pensava di continuare a usare i siti di dating, non avrebbe dovuto partecipare alla manifestazione di Charlottesville in Virginia.
Leggere come i giornaloni USA raccontano le manifestazioni trumpiste come quella di Boston, in difesa della libertà di parola, mette semplicemente i brividi.
Pubblichiamo una serie di interviste suscitate da alcune domande che l'Occidentale ha sottoposto ad alcuni dei protagonisti del dibattito interno al centrodestra. La prima, con il senatore Altero Matteoli.
La vittoria di Macron in Francia è il risultato di antiche fratture politiche e nuove divisioni. L'Italia, dove la destra di governo ha invece una storia unitaria, è il laboratorio ideale per un progetto che guardi alle sfide del XXI secolo.
Il voto in Francia dimostra che c'è una maggioranza anti Unione (Le Pen più Melanchon e altri), che l'elettorato è orientato a destra (Le Pen più Fillon e altri), e che si tratta, sostanzialmente, di un voto antisistema (Macron più gollisti e socialisti non arrivano al 51 %).
"La giustizia proverà la mia innocenza".
Porte divelte, occupazioni, arredi e attrezzature danneggiate, fino all'intervento finale della polizia. A Bologna, la Biblioteca di Via Zamboni è ostaggio dei collettivi studenteschi. Come se non fosse un luogo pubblico ma uno spazio da riempire con iniziative ideologicamente orientate.
Il partito democratico non cambia verso, siamo sempre “ai materassi”, come dicevano nel film il Padrino, alla guerra di tutti contro tutti. E chi ci va di mezzo è l'Italia, il nostro interesse nazionale.
“Quello che voglio fare è raddrizzare la Francia”, ha detto ieri François Fillon, il candidato del centro-destra francese alle presidenziali del 2017.
Chi nel centrodestra vuol favorire Renzi al referendum, rischia di fare solo l'ennesimo favore a qualcun altro.
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